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Una famiglia santa

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Il 20 maggio 2006, a Verica di Pavullo, un paese nell’Appennino Modenese, l’Arcivescovo di Modena, Mons. Benito Cocchi ha dato inizio al processo informativo per la Causa di beatificazione di due sposi, genitori di numerosa, singolare famiglia.   COME GIOBBE Lui, Sergio Bernardini, nasce a Sassoguidano (Modena) il 20 maggio 1882. Cresce nella fede e nella pratica cristiana e matura fin da giovane il progetto di formare una famiglia davvero cristiana, in cui fioriscano vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie. Dice: “Mi sposerò, avrò tanti figli e, se Dio vorrà, andranno tutti missionari e faranno tanto bene”. Sergio si sposa nel 1907, a 25 anni con Emilia Romani, che gli dà tre figli. Ma nel giro di soli 4 anni, in una durissima prova per la sua fede, vede morire i suoi genitori, la moglie e i figli e persino un fratello. Rimane completamente solo

Scegliere il sesso

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Fino agli anni ’50 del secolo scorso la parola “genere” era utilizzata esclusivamente in ambito grammaticale; da allora è stata utilizzata anche per indicare le componenti non biologiche della sessualità umana (psicologiche, relazionali, sociali, …), mentre l’utilizzo della parola “sesso” è limitato alle componenti biologiche.   Sesso e genere Per anni i cosiddetti “gender studies” sono rimasti confinanti in ambito accademico, mentre ora anche la “casalinga di Voghera” è stata costretta a interrogarsi su che cosa sia il “genere” e quale differenza ci sia con il “sesso”. Non c’è nulla di male ad avere strumenti linguistici che permettono di descrivere in modo più raffinato la realtà; però il lemma “genere” utilizzato in questo modo ha come obiettivo non di descrivere la realtà, ma di modificarla, almeno nella percezione delle persone. Infatti, gli ideologi del genere non volevano introdurre semplice distinzione tra aspetti biologici

Identità sessuale

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I bimbi, durante i primi anni di vita, devono decidere se sono maschietto o femminuccia; essi devono intraprendere questo incredibile lavoro, un lavoro molto pesante, quale è appunto l’identificazione sessuale. Per un neonato è davvero indifferente se è maschietto o femminuccia. In quel primo periodo della sua esistenza, questo problema per lui/lei non esiste per nulla. A volte succede che dopo il bagnetto, un bimbo piccolo gioca con i propri genitali, ed allora i suoi familiari spaventati urlano: “Che sporcaccione!”. Ma non è uno sporcaccione: egli sta conoscendo il proprio corpo, il proprio organismo, è normale. E che sia un orecchio, un occhio, un piede o i genitali, non ha significato per lui, e non ha significato dal punto di vista sessuale. Per il bimbo non c’è legame con la sessualità. Poi il bambino osserva il mondo e scopre che il mondo

Due modi di essere

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ESISTONO DUE MODI DI ESSERE: QUELLO FEMMINILE E QUELLO MASCHILE La sessualità è un fatto: nessuno di noi esiste semplicemente come individuo, così in generale ed in teoria, ma viviamo o come donne o come uomini. Inizio forse con un sorriso, poiché mi piace iniziare “sorridendo”. Quando incontro i giovani nelle varie scuole, guardando la sala, nella quale a volte si trovano perfino 600 persone, affermo: “Vi osservo, miei cari, e vedo che in questa sala non c’è nemmeno un individuo”. Ed allora questi giovani, incuriositi, esclamano: “Come può essere? Don, spiegateci!”. Allora io sorrido e dico: “Davvero in questa sala… anche se guardo attentamente, non vedo alcun individuo. Infatti noto che ci sono soltanto ragazze e ragazzi. Indicatemi qualcuno che non sia né una ragazza né un ragazzo, ma soltanto un individuo. Non lo troveremo”.   LA SESSUALITA’ UMANA La sessualità consiste nel fatto

La femminilità e la mascolinità

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La donna si concentra sui dettagli e possiede un’eccezionale capacità di fare più attività contemporaneamente. Invece l’uomo racchiude in un pensiero tutto un problema e spesso non nota molti dettagli. Bisogna educare i nostri figli in accordo con il sesso a cui appartengono.   L’EDUCAZIONE DELLE BAMBINE IN ACCORDO CON IL LORO SESSO La caratteristica più importante e più bella della donna è la maternità, concepita non soltanto come una predisposizione biologica a far nascere un bambino, ma anche come capacità di fornire ininterrottamente l’amore. Il gioco di una bambina a “fare la casa”, in cui abbraccia e culla le bambole, in un certo senso costituisce una preparazione al ruolo di madre ed un risveglio della specifica predisposizione a mostrare i sentimenti, l’affetto, la cura. Il bisogno naturale di una donna consiste nel legarsi ad un uomo, non soltanto sotto l’aspetto erotico. Quindi
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